La legge 626, in passato, era la normativa dedicata alla sicurezza del lavoro, uno dei tanti risultati di un processo normativo durato praticamente per sessant’anni, prima che attraverso l’introduzione del nuovo decreto legislativo nr. 81 del 2008 si tentasse di porre rimedio alla produzione normativa eccessiva e, soprattutto, in tanti casi pure antitetica, con tutti gli effetti di incertezza e di difficoltà nel delineare i vari obblighi. Attraverso la legge 626, introdotta nel 1994, vi era stato il tentativo di creare una certa uniformità a livello normativo sulla sicurezza sul lavoro, apportando una vera e propria modernizzazione dell’apparato normativo, per evitare che regole vecchie potessero – magari anche in contrasto – non essere più al passo coi tempi in termini di rischi per la salute sul lavoro.
Se in passato la tutela della sicurezza sul lavoro era stata affidata sostanzialmente a D.P.R. differenti, in taluni casi spesso anche restando lettera morta, non trovando una concreta applicazione nell’attività lavorativa di tutti i giorni, con la legge 626 si è operata una vera e propria rivoluzione, giacché introdotta in linea con le nuove normative europee relative al lavoro, dopo quasi cinquant’anni di normativa nazionale slegata da qualunque parametro comunitario.
La legge 626 del 1994 ha senz’altro il merito di aver introdotto a livello italiano l’obbligatoria valutazione del rischio, sul luogo di lavoro, a carico del datore di lavoro stesso e, d’altro canto, l’obbligo di istituire un Servizio di Prevenzione e Protezione, il cosiddetto RSPP, con una diretta responsabilità – anche in questo caso – del datore di lavoro stesso.
Attraverso la valutazione del rischio, il datore di lavoro è stato quindi messo nella condizione di dover mappare tutte quelle potenziali fonti di pericolo per i suoi lavoratori, essendo poi anche chiamato a elaborare una serie di misure atte a contenere nel maggior modo possibile i rischi di un eventuale sinistro, riducendo così il numero degli infortuni e scongiurando nel migliore dei modi l’insorgenza di malattie professionali.
Per quanto riguarda invece la figura del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, un’altra disposizione che è stata introdotta attraverso la legge 626 del 1994, è stato sancito l’obbligo di elezione dello stesso da parte dei lavoratori dell’impresa e a cui è stata anche assegnato il ruolo consultivo in tutte quelle procedure atte a stabilire la presenza e la consistenza di eventuali rischi per i lavoratori presenti all’interno dell’azienda.
La legge 626 del 1994 è quindi rimasta in vigore, come disposizione normativa autonoma, fino all’introduzione nel nuovo decreto legislativo nr. 81 del 2008, il cosiddetto testo unico per la sicurezza sul lavoro, che l’ha ormai inglobata all’interno di sé come del resto è avvenuto con altre varie disposizioni di legge precedenti incentrate sulla sicurezza sul lavoro.
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